“Gli
uomini passano, le idee restano.
Restano
le loro tensioni morali
e
continueranno a camminare
sulle
gambe di altri uomini.” *
Giovanni Falcone 18.05.1939 – 23.05.1992
Care e cari colleghe, colleghi e Municipali,
gentili signore e signori
è con orgoglio e, non lo nascondo, con una
certa emozione che oggi assumo la carica di Presidente del Consiglio Comunale di
Maggia. Mai avrei pensato che un giorno mi sarei trovato seduto a questo posto,
che da oggi, con responsabilità e umiltà, cercherò di assolvere nel migliore
dei modi, chiedendo a voi comprensione nei momenti in cui, usando un termine
moderno, mi “baggherò”. Vi chiedo insomma
di scusarmi per eventuali gaffe o intoppi impensati.
Inizio con il ringraziare voi per questa nuova
esperienza un’opportunità che mi permetterò di acquisire come mio bagaglio, una
crescita personale da mettere poi a disposizione del prossimo. È corretto pure
indicarvi che oggi non solo siete testimoni di un piccolo tassello della storia
politica del nostro Comune, del distretto di Vallemaggia, del nostro Cantone,
ma che ne siete stati pure gli autori. Grazie a voi, per la prima volta nella
storia, un rappresentante del partito del quale porto la bandiera viene eletto
quale Presidente di un Consiglio Comunale nel nostro distretto. Per noi un
traguardo importante, che va ad aggiungere un altro tassello, dopo quello delle
appena passate elezioni Cantonali, oltre a quanto raggiunto da anni a questa
parte, quale prima forza politica a livello Svizzero.
Quale gesto di riconoscenza e per rendere
voi tutti ulteriormente partecipi di ciò, siete tutti invitati, voi e la
cittadinanza, a voler festeggiare questo traguardo sabato prossimo a Giumaglio,
presso il “Fisca”, dove come gruppo,
all’ora di pranzo, saremo lieti di offrire un pasto.
Un altro grazie particolare lo devo a mio
papà, che fin dalla giovane età mi ha portato ad interessarmi di politica, in
particolare di quella a livello comunale. Non ancora maggiorenne, seguivo con
interesse le discussioni nei suoi incontri con il gruppo del suo partito. Con
il passare degli anni, ho avuto modo di avvicinarmi sempre più alla politica, con
interesse e passione, iniziando a partecipare attivamente, per poi entrare a far
parte del Consiglio Comunale di Orselina.
La scelta della mia professione di base,
seguita poi da quella attuale, segue la mia filosofia, nonché gli insegnamenti
trasmessi dai miei genitori, di aiuto al prossimo – ciò che cerco di portare anche
nella politica.
Mi ha fatto piacere l’osservazione fattami
qualche mese fa da un collega di Consiglio Comunale, quando mi faceva rimarcare
come nei miei interventi, o in qualche occasione chiamiamoli pure “borbottamenti” – a volte un po’ duri,
secchi, diretti e magari non comprensibili a tutti – non ho mai portato nulla
di personale, ma sempre nell’ottica del bene comune e del Comune.
Su questo punto in generale, mi permetto
di fare una piccola osservazione e di chiedere a voi un po’ più di sensibilità,
allorquando nelle discussioni, negli interventi e nelle votazioni vi sono
interessi personali di ogni tipo, diretti o indiretti: siamo una comunità
piccola e più di noi, come logico sia, siamo impegnati in altri ambiti
comunitari; nel principio di trasparenza, dichiararli a inizio intervento o
astenersi in votazione non è vietato.
Tornando
a oggi, non nascondo che proprio un mese e un giorno fa, sapendo che con buona probabilità
sarei diventato presidente di questo consesso, avevo cominciato a imbastire il
mio intervento di insediamento. I tristi e raccapriccianti accadimenti in quei giorni
mi hanno fatto rivedere totalmente e cambiare questa parte. Tutta la comunità è
stata toccata e scioccata dal tragico evento, che ha aggredito la nostra
serenità.
Riflettendo
sui duri eventi che abbiamo dovuto affrontare in questi ultimi anni,
permettetemi di soffermarmi su due aspetti che interessano e riguardano anche la
vita della nostra comunità.
Il primo
aspetto è quello della certezza. Abbiamo purtroppo preso coscienza che quelle
che consideravamo certezze nel passato oggi non lo sono più. Queste possono svanire
in modo repentino, in maniera indipendente da noi, obbligandoci a reagire di
conseguenza in urgenza, adottando misure compensatorie e il più delle volte
nuove e mai pianificate o predisposte. Questo ci insegna che non tutto è
programmabile o quantomeno sicuro che ciò vada come noi pensiamo o quantomeno
desideriamo.
Guardando
al passato degli ultimi tre anni, nessuno pensava a una pandemia, a un
conflitto armato in Europa e alla conseguente crisi economica, al mancato aiuto
da parte della banca nazionale ai cantoni e conseguentemente a beneficio anche
dei comuni, al fallimento di una delle due banche più importanti nel mercato
finanziario svizzero – oltre a ciò che ha colpito indelebilmente la nostra
comunità nel breve passato.
Abbiamo
comunque sempre avuto la capacità di reagire, per condividere e ritrovare la giusta
miscela per una soluzione in favore del bene del nostro Comune, della nostra
comunità e quindi dei nostri cittadini.
Questo è il
punto cardine, forse non l’unico, di quello che noi come consiglieri comunali siamo
qui a fare oggi: siamo i rappresentanti del popolo, incaricati da loro a
portare la loro voce all’attenzione del Municipio e, nel contempo, per dare ascolto
a tutti, proporre e discutere argomenti, per trovare e adottare le migliori soluzioni
possibili.
Di fatto
siamo il Parlamento nel nostro comune. Parlamento deriva dal latino “parlamentum” composta da due elementi “parlare”
e “amentum”, suffisso di scopo o
strumento. Pertanto siamo quell’assemblea eletta dai cittadini, siamo i loro
rappresentanti dove discutiamo, si parlamenta, e si prendono decisioni attraverso
il dialogo e il dibattito.
Sono così
giunto a toccare il secondo punto che è quello della comunicazione, del dialogo.
La comunicazione si fonda su tre elementi che devono essere tutti presenti,
emittente, il messaggio e il ricevente.
La
comunicazione, in particolare il dialogo costruttivo, non solo è di
fondamentale importanza per molteplici aspetti della nostra vita quotidiana, ma
è essenziale per la comprensione reciproca, la risoluzione dei conflitti, la
costruzione di relazioni sane, la crescita personale e professionale, nonché
per promuovere la pace e l’armonia sociale.
Solo e
unicamente quando le persone comunicano in modo aperto e rispettoso possono
superare le differenze, ridurre i pregiudizi e trovare le giuste soluzioni. Ma,
come detto, per raggiungere ciò ci vuole anche colui che dia l’ascolto. Ascoltare
non vuol dire soltanto udire; l’ascolto è fatto anche dall’accettare che altri
abbiano idee, ideologie, punti di vista e argomenti diversi. Accettare ciò, e
mostrare senso autocritico, è importante per promuovere la diversità, la
tolleranza, l’apprendimento la costruzione dei ponti e la preservazione della
democrazia. Solo chi si pone con questa apertura mentale permette a sé stesso e
agli altri di vivere in una società più inclusiva, rispettosa e armoniosa.
Oggi più
che mai è proprio all’interno di un Parlamento che idee e ideologie diverse
vengono messe a confronto, sta a noi ad essere maturi al punto tale da
accettare che altri abbiano anche idee o pensieri diversi dai nostri, maturi al
punto tale di non arrabbiarsi, sentirsi offesi, chiudere alla comunicazione; ma,
con spirito autocritico, sfruttare questa diversità per una crescita personale;
affrontare le tematiche con apertura al dialogo, alla tematica, riuscire così a
trovare il giusto compromesso, perché tutta la comunità, senza rancori, ne
tragga beneficio e non il solo IO abbia appagamento.
A volte è
facile, altre un po’ più difficile, trovare la soluzione o di per sé, risulta già
più difficile l’accettare che qualcuno la veda in modo diverso dal nostro.
Impariamo nel nostro quotidiano a mettere via l’ego personale, ad essere un po’
più empatici, un poco più tolleranti, ad essere più aperti al dialogo ma anche
all’ascolto. Solo così si riesce a evitare gran parte dei conflitti e dei
fraintendimenti. In questa sede, così facendo, saremo in grado di dare il
meglio per il nostro Comune e per i nostri Cittadini. Ricordiamoci che noi
tutti rivestiamo una carica, una funzione, quale Municipale, quale Consigliere
Comunale o ancora quale dipendente dell’amministrazione comunale. Il cittadino prende
esempio da noi, ed è quindi cosa buona e giusta che noi diamo il buon esempio,
dalle parole, agli scritti, ai fatti, adoperandoci per una comunicazione più
trasparente, cortese, aperta e ricettiva nell’ascolto.
Prima di
concludere, mi permetto di avanzare due distinte richieste.
Nell’aspetto
del comunicare e dell’ascoltare, la prima la rivolgo a voi Consiglieri Comunali:
è mio
desiderio, in questo breve anno quale presidente del Consiglio Comunale, nelle
sedute che rimangono, sentire almeno per un intervento la voce di ognuno di voi.
Sarebbe bello, non perché non li voglio sentire, ma anche perché non siano
sempre i soliti che parlano. Non dovete avere paura di esprimere le vostre opinioni,
il vostro punto di vista, anche se questo è in contrapposizione con gli altri
del vostro gruppo o degli altri in generale. Questo anche dovuto al fatto che ciò
che vi ho portato da avere altra opinione, nasce da qualcosa, da un pensiero,
da motivazioni e quindi vanno ascoltate; magari è proprio da quelle che si
trova la soluzione migliore verso il giusto compromesso.
La
seconda richiesta, che faccio con largo anticipo è rivolta al Municipio, pure
questa legata al dialogo, (ora mettiamo alla prova la capacità di ascolto del nostro
Municipio).
Sarebbe
buona cosa, anche quale forma di riconoscenza per il lavoro svolto, ma anche
per avere una discussione un po’ più libera, fuori da quella dei canoni
istituzionali delle sedute di Consiglio Comunale, che il Municipio organizzi,
prima del termine della legislatura, un momento conviviale, (ad esempio una
cena), a cui sono invitati tutti i Consiglieri Comunali alla presenza del
Municipio. Magari con il tempo potrebbe diventare una bella tradizione, anche
perché, da un lato sappiamo tutti, e la storia insegna, che spesso le soluzioni
migliori vengono trovate con le discussioni fatte al di fuori delle aule
ufficiali, dall’altro, in occasione delle elezioni, non tutti siamo sicuri di
essere nuovamente presenti la legislatura successiva.
Il vostro
Presidente del Consiglio Comunale, Simone Franceschini
Maggia, Lodano, 12 giugno 2023
* Questa frase riflette il concetto che le idee e
i valori possono sopravvivere al passare del tempo, mentre gli individui
possono scomparire. Le idee e le tensioni
morali che le persone portano avanti
possono influenzare le generazioni future e plasmare la società nel corso del
tempo. Tuttavia, è importante ricordare
che anche le azioni individuali e il
modo in cui ci rapportiamo agli altri possono avere un impatto significativo
sul mondo che ci circonda. Pertanto, è
fondamentale cercare di lasciare
un'impronta positiva, sia attraverso le nostre idee che attraverso le nostre
azioni, per contribuire a costruire una società
migliore per le generazioni
future.
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